lunedì 8 ottobre 2007

Canto del mare




Maria Maria ... Devo a lei questo bel canto d'amore al mare, all'acqua, al nostro elemento.

Maria che sa sognare, Maria che a volte di lascia un pò andare allo sconforto, Maria granitica, Maria miele ...

Ti auguro ogni cosa bella, Ildeg, dal profondo del cuore





Cielo nero e nuvole minacciose solleticano il mio umore.

Non ho paura della tempesta,

perché il mare si agita per una sciocchezza.

Permalose sono, infatti, le acque

e di temperamento iracondo le onde.

Esse cozzano con la solidità e la razionalità degli scogli,

ed io sono un po’ come l’una, ed un po’ come l’altro.

Mi adagio anche io sulla roccia,

zitta e quieta assisto a questo battibecco,

e che parole grosse escon dalla spuma del mare

e che repliche pretenziose dai massi sovrastanti.

Gli scogli resistono all’impetuosità dell’acqua,

ma ella tutto potrebbe distruggere se solo lo volesse veramente.

Chi l’avrà vinta?

Non lo so ...

Non so che pensare, sinceramente.

Credo soltanto che spettacolo così fascinoso

non potrei scovarlo altrove.

Io, biondina molle,

pescetto da zuppa e brodo

mi commuovo innanzi a questa maestosità

ed imparo ed apprendo

che ad esser forti ci si guadagna in rispetto e considerazione,

ma se è amore e compassione che serve e si va bramando,

cedere il proprio dire, e magari un passo,

è da umili e giusti.

Spirito delle gocce,

acqua nell’acqua che disseti e annienti,

lascia che io sia generosa e fresca come te.

Insegnami la via del buono e quella del vero.


Eriyra

Serva delle Acque

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