giovedì 26 aprile 2007

Scazzo totale

Sono seduta in cucina. Il portatile davanti a me. La posta, Mirc, MSN ... ho tutti i metodi per stare a contatto con il mondo. Ma non mi va.
Guardo fuori e rifletto. Rifletto su tante cose.
Oggi penso al mio passato, al mio presente, al mio futuro.
Sapete cosa penso? Penso che non so se un giorno avrò mai un figlio, ma di certo so cosa gli insegnerò.
Gli dirò che dovrà essere un po’ maleducato. Un po’ irrispettoso. Il rispetto della gente non se lo dovrà guadagnare ma lo dovrà imporre.
Gli dirò di non lavorare troppo. Che si lavora per vivere, e non si vive per lavorare.
Gli insegnerò che la prepotenza va usata con intelligenza e sfrontatezza soprattutto con quelli che non hanno la faccia di dire di no.
Gli insegnerò che molte regole sono fatte per essere infrante, che lasciare la macchina in doppia fila per dieci minuti non danneggia e che tanto le probabilità di prendere una multa sono ridicole.
Gli dirò di trattare male le ragazze, di pensare solo a portarsele a letto, di mentire e pensare solo a se stesso, perché tanto sarà proprio questo comportamento che le farà correre verso lui. Gli dirò di essere un bastardo con loro. Gli dirò di non curarsi dei loro sentimenti e che ad essere gentili non si guadagna niente, che al massimo diventerà un amico. Solo un amico. Nient’altro.
Gli dirò di sfidare chiunque, in modo intelligente, perché la gente ama essere prepotente, ma si blocca quando un altro dimostra di essere più folle.
Gli insegnerò che a parole siamo tutti bravi, che molti sanno questo e grazie alle parole sono diventati un qualcuno, stanno seduti su qualche poltrona in pelle con altri individui bravi solo a parole e alla fine del mese prendono cifre da capogiro.
Gli dirò di non permettere a nessuno di dirgli che è una bella persona, perché sentirsi dire questo può fare molto male.
Gli insegnerò che non serve sforzarsi di sembrare migliori, più simpatici, più belli, perché ognuno è quello che è.
Gli insegnerò che sorridere non serve ad un cazzo.
Gli insegnerò che lassù Qualcuno ci guarda, ma che fa solo questo, quindi tutto quello che si ottiene o non si ottiene è per merito proprio.
E gli dirò di non fare l’errore che ha fatto la madre, che queste cose le ha scoperte tardi.
Troppo tardi.

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